LETTURE,SENSO E AZIONE.BALISTI FRA PRIGIONIA E MINISTERO DELLA CULTURA POPOLARE DURANTE LA RSI (Silvia Luscia)

PROSA E POESIA

8 Ottobre 2025


Letture, senso e azione. Balisti tra prigionia e Ministero della Cultura Popolare durante la RSI

(Silvia Luscia)

Oggi la pratica della lettura, della critica costruttiva sembrano disertare le priorità degli italiani, spesso anche di chi si spaccia “intellettuale” da tastiera o sui media. Perché leggere? Come recuperare se stessi e il valore della nostra identità storica, nazionale, umana? Una riflessione, quanto mai attuale arriva dal campo 306 Middle Est in Egitto situato nel Deserto d’Egitto e precisamente nel Deserto Arabico verso i laghi salati, a Sud della località di Geneifa, in quel lontano 1942, che per Fulvo Balisti rappresentò l’anno più duro della prigionia inglese e in cui scrisse gran parte di Veglie d’esule, prose e versi, “Sacrificio di illusi e di vinti”.[1] Gravemente ferito, mutilato alla gamba sinistra l’autore non si chiuse nel vano dolore, ma rafforzò la propria vena filosofico – letteraria. In questo contesto prese forma il cap. 4 del dattiloscritto inedito, sopra citato, di cui riportiamo la versione definitiva siglata nel 1958:

Letture

Quando leggi, come quando osservi, devi compiere uno sforzo di penetrazione, una tenace azione di critica costruttiva. Ricorda che la critica costruttiva  non è quella  che si adegua  alle convenienze o esalta i potenti, ma  quella che innalza le verità che la coscienza ha assunte. La lettura che non costringa a ricercare qualcosa in se stessi, quando non degrada inavvertitamente, è passatempo vano e godimento estetico. Non fare ciò che moltissimi fanno  andando in cerca  di emozioni  su quei libercoli “ gialli” che vanno a ruba e ricorda che le letture stanno oggi in genere alla educazione , come nel teatro, le riviste stanno  all’opera lirica e drammatica.  La smania di emozioni, come quella dei piaceri e degli arricchimenti, è come un veicolo senza freni la cui incerta stabilità è affidata alla velocità e al caso. Poiché la modernità tende a portare l’uomo sempre fuori di sé – e può essere questa   una maniera per distrarlo  da giuste rivendicazioni – bisogna che letture e rappresentazioni, simboleggiando cose belle e attraenti, inducano  e aiutino l’uomo a riconquistarsi e a orientarsi  verso forme di vita nuova.  Cento lezioni di psicologia e filosofia sono vane se non  raggiungono almeno in parte questo risultato. Le passioni, come un nemico che ti vuol sbaragliare e asservire, vegliano sempre per sorprendere la coscienza nel sonno o con le armi guaste.

 

Balisti non s limitò soltanto a indicare come dovessero essere le “buone letture”, ma al ritorno dalla prigionia, quando, dopo l’8 settembre 1943, aderì alla RSI ricoprì ruoli che lo portarono a operare nell’editoria repubblicana su diversi fronti tra cui il ruolo di Capo dell’Ufficio Stampa e propaganda della Confederazione Unica – Capo della Organizzazione della Propaganda tra le Forze Armate della R.S.IL’attività di propaganda a mezzo stampa impegnò Balisti su diverse testate e periodici come «Brescia Repubblicana» o «La Leonessa», ma anche su opuscoli locali come nel caso del rarissimo Brigate Nere Numero unico della 3° Valtrompia [2]dell’anno 1944, che abbiamo riprodotto in uno dei numeri precedenti.

Il rapporto tra Fulvio Balisti e la propaganda era nato a Fiume quando il 16 settembre 1919 Reina lo presentò a d’Annunzio, il quale gli conferisce immediatamente l’incarico di Capo dell’ufficio propaganda, presso il quale lavorava la mitica figura di Margherita Incisa di Camerana, pima donna in divisa grigioverde tenente onorario degli Arditi[3]. In questo frangente il 24 settembre 1919 vide l’alba il primo scritto destinato all’editoria giornalistica: La lettera di sprone ai Mantovani[4].  La lettera proclama trovò diffusione già allora sui periodici della provincia mantovana e sul Popolo d’Italia grazie all’interessamento del corrispondente da Fiume Belli[5].

Certamente però il contributo all’editoria anche giornalistica più continuativo e strutturato fu quello che partì con l’impegno nella RSI- di cui fu Federale a Brescia- un impegno che si svolse proprio tra la sede degli uffici del Ministero della Cultura Popolare che erano ubicati presso villa Bellini a Salò e Villa Amadei sede di Almirante allora alla guida del Gabinetto del Ministro. Qui, a pochi metri dalla sede dell’Agenzia Stefani, a cui Balisti rimase legato, dalla filosofia si passò mazzinianamente all’azione incentrata sulle letture di cui la popolazione poteva fruire attraverso quel grande media che era ed è ancora la stampa cartacea. In questi locali si autorizzava la stampa, come riporta lo storico Bruno Festa, di 57 quotidiani (17 dei quali in Lombardia) e 214 periodici[6] , tra cui anche il periodico organo ufficiale di stampa del S.A.F. del P.F.R. Donne in Grigio Verde sotto la supervisione da Como della Capo Ufficio Stampa e Propaganda Maggiore Lucreazia Pollio giornalista ausiliaria.

 



[1] Fogli sparsi faldone 25-d Archivio personale Balisti, Museo Reggimentale Piccola Caprera, Ponti S/M (MN). Il titolo di questo zibaldone di riflessioni legato alla prigionia, richiama nuovamente il tema dell’ “esilio”.

[2] Archivio Fondazione Micheletti, Fondo RSI.

[3] L’amicizia tra Margherita, Elia Rossi e Balisti non venne meno dopo l’Impresa, infatti nel 1957 Balisti si rivolge a Passavanti, che aveva incarichi alla corte dei Conti,  per accelerare una pratica legata all’Opera Nazionale Invalidi di Guerra di ricovero e intervento chirurgico al moncone della gamba. Da segnalare l’incipit della lettera che proprio ricorda la loro amicizia : le vecchie e sostanziose amicizie non possono subire pause formali. ( 20 OTTOBRE 1957) Rif. Archivio Fulvio Balisti, Museo reggimentale Piccola Caprera, Ponti sul Mincio, MN, busta 8d lettere inviate e ricevute 1923 – 1958. Per un maggiore approfondimento sul ruolo di Balisti nell’Impresa si rimanda a S. Luscia, Il capitano Fulvio Balisti, la storia del Capo della Segreteria Speciale di d’Annunzio a Fiume, Elisonpublishing 2018 e ancora S. Luscia, Il vento del Carnaro in Galleria, Elisonpublishing 2020.

[4] Per la ricostruzione dell’attività politica e non solo di propaganda di Balisti a Fiume si fa riferimento a S. Luscia, Il capitano Fulvio Balisti, la storia del capo della Segreteria Speciale di d’Annunzio a Fiume, Elisonpublishing 2018 e ancora S. Luscia, Il vento del Carnaro in Galleria, Elisonpublishing 2020.

[5] Come da lettera ai famigliari del 26 settembre 1919 riportata in S. Luscia, Il capitano Fulvio Balisti, ibidem, pp. 210 – 211

[6] B. Festa , Saccheggio sul lago- i documenti perduti della RSI, 2018 p.135



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