
Riflessione attorno alla poesia di Marino Moretti:”Non come gli altri”
(Barbara Spadini)
Non come gli altri
di Marino Moretti
lo non son come gli altri e mi dispiace.
lo non son come gli altri, è un mio sconforto.
lo non son come gli altri, io so chi piace.
lo non son come gli altri, io vedo storto.
lo non son come gli altri, amo chi giace.
lo non son come gli altri, io penso all'orto.
lo non son come gli altri e non ho pace.
lo non son come gli altri e son già morto.
Pubblicata per la prima volta nel volume:
”Diario senza le date” (1926 e seguenti), volume incluso come sezione autonoma in Tutte le poesie, Milano, 1966, questa poesia fa parte, per dichiarazione stessa dell'autore, di una "specie di diario in versi e versicoli", il cui fine fu: "il capriccio e il gusto prevalente dell'epigramma”.
Questa poesia è un bellissimo cameo di realismo idealista, o di idealismo realista, oppure – forse - rappresenta il succo di ogni illusione individualistica dell’uomo.
Ognuno di noi, in fondo, è a caccia di una propria collocazione originale, in questo percorso breve che è la vita.
Giammai alcuno di noi vorrebbe essere “come gli altri”, trovando nella propria essenza, nelle proprie motivazioni spirituali, etiche, morali ed ideali quelle unicità ed irripetibilità che fondino il proprio vivere, rendendolo speciale.
Così pensano gli spiriti inquieti, d’esser cioè lontani dalla massa e quindi incompresi, fuori contesto: eppure - come mi ricordò bene, ai tempi dell’università, il docente di latino - Virgilio defecava ed anche i docenti universitari non facevano eccezione, concetto che - secondo lui - avrebbe dovuto calmare il batticuore da esame a tutti gli studenti del suo corso.
Del resto pensare al più bell’uomo e al suo seducente sguardo in base ai tempi ed alle mode- mi riferisco ai vari Amedeo Nazzari, Paul Newman, Brad Pitt ed altri ancora- nell’atto quotidiano dell’espulsione delle proprie scorie, ne ridimensiona il mito e ne riabilita l’umanità meschina, fatta anche di fluidi e solidi puzzolenti.
Tra alti e bassi, gli alti dell’intelletto e della virtù ed i bassi delle esigenze corporali, contraddizione umana in cui ognuno di noi si dibatte, arriva infine la grande livellatrice, prima ancora che ce ne accorgiamo, in modo subdolo e mai quando la si aspetta: sta di fatto che anche l’intelletto più fine, il più grande condottiero, il più scaltro politico ed il più onesto tra i contabili, farà la stessa fine della diva del cinema, del pittore più sensibile, dello scrittore più incensato e dell’assassino più spietato, che - alla resa dei conti- si traduce in qualche etto di polvere.
Cosa ci rende più o meno felici, in questa vita, o cosa ci rende più o meno diversi dagli altri? Io credo e lo credeva anche Marino Moretti, che sia felice davvero solo chi è inconsapevole della propria fine e della propria finitezza.
Il sapere crea l’infelice consapevolezza, l’inquietudine di non conoscere mai abbastanza, la smania della notte insonne a scrivere e studiare, a rimuginare sui massimi sistemi, a trascinare la propria storia lontana dagli schemi convenzionali, per non essere come gli altri.
Io non sono come gli altri e son già morto: carpe diem, quindi.
Ascoltare il primo merlo che canta, alle quattro del mattino, benedire il vento, il sole, la pioggia, il mare, la vicinanza dei pochi amori e condividere una parte del proprio letto col gatto.
Riconoscere l’assiolo che canta di notte, avere dei dubbi, la curiosità di colmare le proprie curiosità, annusare la carta di un libro appena acquistato, godere della musica, di una buona parola gratuita detta o ricevuta, di un fiore profumato, di un regalo inatteso. Cucinare per sé e per chi condivide la propria tavola, che deve essere luogo di profumi e gusti intensi e piacevoli, sorridere del poco e piangere senza vergogna, attendere la fine di maggio per godere del profumo del tiglio e celebrare gli aromi ed i colori delle rose.
La triste consapevolezza è che una vita non basta per abbracciare l’infinita gamma di cui il tutto è composto.
Ma questa è una riflessione di pochi, dei pochi che non sono come gli altri …